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Design rigenerativo nei luoghi di lavoro: quando l’ambiente diventa una risorsa

A cura di Elena Foddai

 

Stress lavoro-correlato e burnout rappresentano ancora oggi tematiche di grande rilevanza, data la loro crescente incidenza nei contesti organizzativi. Uno dei modelli teorici più efficaci per comprendere l’eziopatogenesi di questi fenomeni è il Job Demands-Resources Model. Questo modello non pone l’accento tanto sulla quantità o l’intensità delle richieste lavorative, quanto piuttosto sull’equilibrio tra le “Demands” (richieste) e le “Resources” (risorse). Tra le risorse individuate dal modello, troviamo sia quelle legate al management organizzativo, come il feedback sulle performance, il supporto sociale e l’autonomia, sia le risorse personali, tra cui la self-efficacy, l’ottimismo e l’intelligenza emotiva. Recentemente, alcuni ricercatori hanno iniziato a esaminare anche le risorse ambientali, una terza categoria di risorse che, accanto alle precedenti, può contribuire a mitigare le richieste lavorative. La nostra comunità scientifica, spesso, sottovaluta l’impatto che le caratteristiche fisico-spaziali di un luogo di lavoro possono avere sulle emozioni, sulle cognizioni e sul comportamento dei lavoratori. Tuttavia, la Psicologia Ambientale applicata al contesto organizzativo ha già dimostrato, attraverso studi empirici, che elementi come la presenza di piante negli uffici, l’affollamento, il rumore, la personalizzazione degli spazi, la vista dalla finestra o la presenza di opere d’arte possono migliorare significativamente la qualità della vita degli impiegati. Ad esempio, una recente review sistematica condotta da Yildirim et al. (2023) ha evidenziato che la presenza di piante, le viste su spazi naturali e la luce naturale hanno un effetto energizzante sui lavoratori. Inoltre, in un esperimento condotto da Evans e Johnson (2000), è stato scoperto che i dipendenti esposti per circa tre ore a forti rumori tipici dell’ambiente d’ufficio mostravano livelli più elevati di epinefrina (un indicatore biologico dello stress) rispetto ai colleghi sottoposti agli stessi rumori ma di minore intensità. Gli autori hanno inoltre riscontrato effetti negativi sugli indicatori comportamentali, suggerendo una riduzione della motivazione lavorativa. Un altro studio, condotto da Kweon et al. (2008), ha rivelato che gli impiegati di sesso maschile che lavorano in uffici decorati con poster artistici coinvolgenti sperimentano minori livelli di stress e rabbia in risposta a frustrazioni lavorative. All’interno di questo quadro teorico, un recente studio di Scrima et al. (2024), pubblicato su Environment and Behavior, ha analizzato l’impatto che, l’implementazione di una mostra d’arte all’interno del reparto di Ginecologia di un ospedale può avere sul personale amministrativo e sanitario. Utilizzando un disegno quasi-sperimentale, 116 dipendenti ospedalieri (81 nel gruppo di controllo e 74 nel gruppo sperimentale) hanno compilato questionari 45 giorni prima dell’allestimento della mostra, pochi giorni dopo la sua inaugurazione e 45 giorni dopo l’inaugurazione. I risultati hanno mostrato un aumento immediato dell’esperienza estetica, confermando un forte coinvolgimento emotivo. Inoltre, dopo 45 giorni, la galleria d’arte ha avuto effetti positivi sulla capacità rigenerativa dell’ambiente lavorativo: i dipendenti esposti per un periodo prolungato alle opere d’arte hanno riportato livelli più elevati di coinvolgimento affettivo organizzativo e si sono sentiti più vigorosi, assorbiti e dediti al proprio lavoro. Questi risultati evidenziano il potenziale delle installazioni artistiche negli ambienti ospedalieri nel migliorare il benessere dei dipendenti. Sottolineano, inoltre, l’importanza per il management delle risorse umane di progettare spazi lavorativi che tengano conto anche di caratteristiche fisico-spaziali ed estetiche. Più in generale, questi contributi confermano come le caratteristiche fisico-spaziali degli ambienti di lavoro possano essere considerate leve strategiche per il miglioramento della qualità della vita dei lavoratori e per la promozione di prestazioni organizzative di alto livello.
Per approfondire lo studio di Scrima et al. (2024), è possibile consultare il seguente link della rivista: https://journals.sagepub.com/doi/abs/10.1177/00139165241270613